Cronaca 

Il marito va a prendere la moglie oss in reparto Covid al Galliera, sanzionato dalla polizia

Mariangela lavora come operatore socio sanitario in un reparto dove si assistono i malati di Conornavirus. La donna non ha la petente e il marito, Gianluigi Morini, agente di Polizia locale in pensione, la va a prendere sia perché alla fine del turno è stanca e provata, sia per evitare che possa eventualmente contagiare gli eventuali passeggeri del bus. La polizia li ha fermati in via Canevari e li ha sanzionati con 373 euro (se pagheranno entro un mese)

Mariangela lavora al Galliera in uno dei molti reparti che ospitano pazienti Covid, persone che devono vivere da soli la malattia perché i parenti non li possono andare a trovare, che hanno paura, che stanno davvero male. Al peso psicologico e all’azione di confronto nei confronti dei pazienti si aggiunge la fatica: tutto il giorno con due mascherine, la visiera per coprire gli occhi, i guanti, le tuniche che coprono le divise: tutto quello che consente loro di sperare di evitare il contagio. <Psicologicamente, in questi giorni, il lavoro è davvero pesante – racconta la donna -. Si cerca di portare un minimo di conforto, anche solo con uno sguardo e con quel poco che si riesce a comunicare a persone sotto ossigeno. Poi c’è la fatica fisica: è difficile persino respirare con le due mascherine. Non si può andare al bagno, non si può nemmeno bere>. È questa l’esperienza che raccontano tutte le persone che lavorano a stretto contatto con i malati. Medici, infermieri e oss fanno anche turni pesanti, coprendo anche le notti. <Quando si esce – racconta l’operatrice sanitaria – si ha letteralmente la necessità di respirare>. Poi c’è la paura quotidiana, quella di aver contratto la malattia e che da un momento all’altro spuntino i sintomi. Sono molti gli operatori sanitari che hanno perso la vita.
È perché sa la moglie stanca morta e sotto pressione che Gianluigi va a prendere Mariangela, che altrimenti dovrebbe prendere due bus per tornare a casa. Ma non solo per quello. <Mariangela, nonostante tutte le misure di sicurezza, potrebbe essere positiva asintomatica e non saperlo: non le hanno mai fatto né il tampone né il test sierologico. Potrebbe essere un pericolo per le altre persone> dice il marito. <Anche quando prendo il bus – dice la donna – uso tutte le precauzioni del caso: mascherina e guanti, ma c’è gente che non le usa affatto, chi sale e chi scende senza nulla e non rispetta le distanze di sicurezza>.
Anche per tutelare queste persone l’uomo va a prendere la moglie. Non è un problema viaggiare sulla stessa auto, visto che vivono assieme: ci dovesse essere contagio avverrebbe in casa. Così Gianluigi s’è preparato l’autocertificazione con scritto tutto l’itinerario: 6 o 7 chilometri per una mezz’ora tra andata e ritorno. Ma questo non è bastato a evitargli la sanzione della polizia di Stato che ha fermato la sua auto in via Canevari.
<Farò ricorso e sono fiducioso che capiranno la situazione – afferma Morini -. Non ho creato un pericolo, casomai lo ho evitato agli altri passeggeri del bus>.
Ora Mariangela sarà costretta a salire sul bus ogni giorno, anche dopo un turno lungo e difficile. A salire senza la certezza di non essere positiva, senza la certezza che non porterà la malattia a nessuno.

Aggiornamento: la Polizia ha annullato la sanzione

In copertina: foto d’archivio

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